Fuori dalla buca (lei)

Finalmente la pioggia è finita. Esco dal mio nascondiglio in cerca di qualcosa da mangiare. A fatica riesco ad estrarre i piedi dal fango di anni che, al primo sole, comincia già a solidificarsi. Mi libero dalle radici rinsecchite che mi avvolgono la vita, le gambe, il collo.

Non avrei mai creduto di potercela fare, ma la luce del nuovo giorno mi scalda il volto, mi dà forza. La forza di ricominciare.

Già il busto è uscito dal fossato. Chi l'avrebbe mai detto che il mondo intorno a me fosse così? Vedo buche tutt'intorno, proprio come immaginavo. E busti. Altri come me, non gli Altri, che tentano a loro volta di liberarsi dal pantano che li opprime.

Tra noi solo terra, con qualche albero qua e là ad ospitare, sui rami senza foglie, uccelli che ci danno il benvenuto. Dovunque pozzanghere rispecchiano l'azzurro intenso e quasi accecante del cielo. Nuvole passano velocemente da una pozza all'altra, spinte dal vento. E per un istante mi fermo a seguire il loro percorso, quasi fossero veramente laggiù nell'acqua.

Ma finalmente alzo lo sguardo e le ritrovo lì, in alto, lontane. Vengo investito da un vento fresco e forte, che fa aderire i miei abiti bagnati alla pelle. Ma subito passa ed il sole mi riscalda fino alle ossa.

Cammino in mezzo alla gente senza osservare nessuno. Eppure riconosco facce note, gesti dimenticati, sorrisi. Sono sempre stati qui vicino a me. E pensare che la certezza della loro presenza avrebbe trasformato la mia permanenza nel fossato in una vacanza al campeggio, di quelle che si facevano da bambini, quando si poteva sempre andare dal vicino a farsi prestare il sale.

C'è una piccola collina giù in fondo. Ed in cima ad essa un grosso abete, unica macchia verde nella vallata. Mi dirigo in quella direzione, notando che ognuno ne sta seguendo una diversa.

Man mano che mi avvicino riesco a scorgere una figura. Una ragazza seduta ai piedi del grosso albero. A poco a poco riesco a scorgere il colore chiaro dei suoi capelli, la sua bocca sottile ed i suoi occhi del colore dell'oro. Che mi stanno guardando.

Arrivo in cima alla collina. Mi siedo accanto a lei, le accarezzo una guancia.

Parliamo.

Stefano Bertarello