Maze aveva perso il globo oculare destro due anni prima, durante una visita
all'Hi-Tech Funny Palace. Si era messo a sbirciare, dal monitor esterno,
una partita a Virtual Nightmare. Il giocatore, catturato dalle terrificanti
proiezioni tridimensionali dei visori LCD che gli stavano fagocitando il
cervello, comincio' ad agitarsi come un ossesso e inavvertitamente scaravento'
il dito indice del Data Glove dritto nell'occhio di Maze.
Fortunatamente a quel tempo il cowboy lavorava per H. Tybe, un tizio molto
potente della malavita organizzata, che non bado' a spese pur di proteggere
il suo "faccendiere", la sua slot-machine personale. E cosi' Maze fu spedito
nella clinica piu' costosa di Tokyo, dove la microchirurgia lo fece tornare
come nuovo e le avanzate tecnologie gli permisero qualche optional in piu'.
Divenne un Tecnobastardo, come i puristi del corpo chiamavano all'inizio
quelli come lui, esempio vivente di una perfetta ma da molti ancora
disprezzata simbiosi tra natura e tecnica.
Terminato l'effetto delle microcapsule al caffe', Maze ciondolo' fino alla consolle e si lascio' cadere sulla Sedia Antica, l'ultimo prodotto messo in commercio dalla storica ErgoTecnica, prima del fallimento. Si trattava di un comodo trono di metallo, dipinto in legno e cosparso di cellule fotoelettriche, che rilevava ogni movimento del sedere dell'utente, producendo dei sinistri scricchiolii attraverso le casse nello schienale. Maze si accomodo' e, gettando un'occhiata alla tastiera, si frego' le mani; la sedia se ne accorse. Con un gesto rapido accese l'interruttore. Delle vibrazioni quasi impercettibili iniziarono a diffondersi per la stanza. Maze riusciva quasi a sentire la corrente che viaggiava nel suo hardware, il suono dell'energia assorbita dai velocissimi chip della Travel Board era musica elettrica proiettata dal suo cervello. Con un lieve sorriso sulle labbra oscuro' il monitor, pensando con soddisfazione che ormai lo stava utilizzando sempre meno (il monitor).
L'operazione offertagli da Mr. Tybe l'aveva reso in grado di collegarsi
alla sua consolle, bypassando il monitor. Gli era stata innestata nel
sistema nervoso una coppia di biochip in versione ancora prototipale,
C3PO e C3PO-2, e adesso, tramite un potentissimo algoritmo di decodifica,
il suo cervello riusciva ad interpretare direttamente gli impulsi elettrici
e a ricostruire istantaneamente qualsiasi informazione viaggiasse per le
porte del suo computer. Maze portava dentro di se un'interfaccia
uomo-macchina meravigliosa, per un navigatore del ciberspazio quale era lui,
e finalmente le fantasie dei vecchi romanzi di Gibson erano diventate reali.
Ebbe modo di sperimentare per la prima volta quei chip, proprio grazie ad
una missione affidatagli dal suo capo: penetrare il sistema di sicurezza
della Kipaut Corporation per rubare informazioni segretissime relative ai
progetti di nuove macchine per cucire. Maze era eccitato al solo pensiero
dell'imminente penetrazione. Era la prima volta che gli veniva affidato un
compito cosi importante e pericoloso. Sapeva di rischiare la sua sanita
psichica, sapeva che era molto difficile aprirsi un varco in un programma
complesso come quello ma sapeva soprattutto che la maggiore difficolta
stava poi nel riuscire a fuggire dal software fortezza della corporazione.
Tuttavia non immaginava che non c'era alcun motivo di cui preoccuparsi,
poiche S.AN.D.R.A. (Software ANti-intrusion Developped by Rocco & Amelia)
non gli avrebbe permesso neanche di avvicinarsi.
In quel suo primo vero viaggio nel ciberspazio, Maze si dimostro' alquanto
ingenuo e, giunto a pochi quadranti dai poliedri iridescenti della Kipaut
Corp., S.AN.D.R.A si presento' a lui gentilmente, offrendogli l'accesso
libero, qualora il cowboy fosse riuscito a calcolare il determinante della
infinita Matrice di dati. Maze, che da giovane aveva condotto studi
scientifici, si senti' attratto dalla sfida e comincio' a smanettare sulla
tastiera, cercando di risolvere il problema impossibile.
S.AN.D.R.A. ebbe cosi' tutto il tempo necessario per poter tracciare
l'incursore e spedirgli a casa uno sciame di Techno-Cop.
La polizia lo trovo' seduto al tavolino di plexiglass, con gli occhi
spalancati e fissi nel vuoto, mentre recitava ad alta voce la regola di
Kramer, saltellando sulla poltroncina. Da lui risalirono a Mr. Tybe che
fu arrestato e spedito a deossidare i chip usati, mentre a Maze venne
riconosciuta l'infermita' mentale.
Il Primo Ospedale per il Recupero dei Cowboy Ammaliati da S.AN.D.R.A.
(P.O.R.C.A. S.AN.D.R.A.) lo tenne in cura per un anno e mezzo.
Adesso Maze aveva abbandonato l'attivita' illegale di predatore di
informazioni ed era tornato a bighellonare per il ciberspazio solo per
il piacere di farlo. Il senso di liberta' che gli infondevano i suoi viaggi
attraverso le luminose vallate reticolari della Matrice, non aveva termine
di paragone. Era la vera vita.
L'uomo afferro' un cavo dalla consolle e ne infilo' il jack in una fessura
collocata sopra la sua fronte. In un attimo la realta' cambio'. Le immagini
del monitor spento, della tastiera di fronte a lui, della luce azzurra al
neon, sparirono dalla sua mente, spazzate via dall'immensa griglia pulsante.
Non erano piu' i suoi occhi a vedere, ma i biochip C3PO e C3PO-2. Comincio'
a correre incontro ai lontani bagliori luminosi provenienti dalle grosse
banche dati pubbliche della City e quando le raggiunse, gli si presento' per
l'ennesima volta lo spettacolo sorprendente delle miriadi di costruzioni
digitali dai colori folli e indescrivibili; un posto al cui confronto Tokyo
di notte pareva un albero di Natale spento. Navigo' a lungo in quella parte
della Rete, luogo di ritrovo di cavalieri solitari come lui, alla ricerca
di qualche dato sinceramente amico. Passo' un'oretta nei files del Blip
City Music Store e fece una capatina nel Data Base del cimitero, tanto per
tirarsi un po' su il morale.
Quando decise di far rientro dalla Matrice, lungo la strada incrocio' Collie,
una cibernavigante dai dati attraenti che aveva scelto di recarsi fin li',
per fare una partita ad un videogioco installato sul suo computer domestico:
forse il semplice bisogno di cambiare aria, oppure la voglia di fare qualche
conoscenza interessante. I bit di Maze cominciarono a sudare e a perdere
bava, desiderosi di infilarsi tra i dati di Collie. La mente dell'uomo
recupero' in un attimo le informazioni accumulate durante le ore trascorse
ad osservare dalla finestra del motel. Fu questione di pochi secondi e le
sue dita, veloci come il vento, riscrissero una parte del suo codice. Si
ridisegno' un fisico invidiabile e la mascella digitale gli crebbe in modo
spropositato. Il codice di Collie se ne stava seduto su un quadrante e,
abbandonato il suo passatempo, aveva osservato divertito la metamorfosi
che era occorsa.
Non furono necessarie le parole. I due esseri digitali si avvinghiarono,
mescolando i loro dati in un vortice di punti rosa e azzurri. L'esperienza
fu bellissima per entrambi e, al termine, decisero che si sarebbero dovuti
incontrare ancora una volta, ma in carne ed ossa (e chip). Il giorno seguente,
alle tre del pomeriggio, Collie era da lui. Era entrata dalla porta.
Si guardarono compiaciuti. Lei aveva un corpo stupendo, avvolto da una tuta
di cotone aderentissima. Maze penso' che era cento volte meglio dal vivo
che codificata... Balbetto' se poteva offrirle qualcosa (un pretesto,
senz'altro) e la ragazza rispose che avrebbe gradito volentieri una
Tech-A-Cola. Lui storse il mento, strizzo' l'occhio sinistro e le si
getto' contro, stringendola a se' ed infilandole in bocca la lingua
aromatizzata.
Ebbene, i due fecero cose che sinceramente mi imbarazza un po' raccontare
e quindi vorrei terminare qui la mia storia, ma se durante le vostre
passeggiate nel ciberspazio decideste di chiedere in giro, forse riuscirete
ad incontrare qualcuno con meno pudore, che sia disposto a narrarvi come sia
andato a finire quel caldissimo pomeriggio nel motel di Blip City.
Thanx, W. Gibson ...
di Paolo Di Tonno