Sciopero

La fabbrica era immersa in un silenzio irreale. Le presse, i laminatoi, i nastri trasportatori, i reparti verniciatura e i capannoni di asseblaggio erano deserti e silenziosi. Erano anni che la fabbrica non si fermava, mai. 24 ore su 24, festivi compresi da piu' di tre secoli aveva continuato a sfornare automobili ininterrottamente. Anche la manutenzione veniva effettuata con i macchinari in movimento: erano stati progettati apposta per questo.

Ma oggi la fabbrica sembrava morta. In uno dei nuovi capannoni 3000 lavoratori erano riuniti in assemblea con il Capo del Reparto Personale.

La cacofonia riprese e questa volta la voce al megafono impiego' piu' del solito per riportare la calma.

Io lavoro giu' al reparto merci e da una settimana a questa parte ho visto arrivare cento casse della Automat Spa. Sono gli ultimi modelli di robot, la Automat dice che ognuno di quelli e' in grado di svolgere il lavoro di dieci di noi. Adesso ci dicono che mille di noi sono licenziati. Io non ho un livello di istruzione superiore, ma cento per dieci lo so fare, e se oggi ne mandano via mille prima o poi arriveranno altre casse... e alla fine tocchera' anche a me! Se e' vero che l'azienda e' in crisi, che non si vendono piu' automobili, che il mercato non tira, allora perche' hanno speso tanti soldi per quei cento robot? Noi lavoriamo sodo, qualcuno di noi fa anche diciotto ore di seguito, senza alzare la testa dal nastro! La recessione e' una balla; la verita' e' che il cervellone ha deciso di sostituirci tutti. Ma non puo' farlo tutto in una volta perche' qualcuno deve istruire i nuovi robot, qualcuno che ha lavorato qui e conosce la fabbrica. Ecco perche' ne mandano via solo mille dicendo che c'e' un calo di vendite! Non e' vero! I magazzini sono quasi vuoti, i piazzali deserti tutto quello che produciamo viene venduto. Ci stanno semplicemente facendo fuori, non hanno piu' bisogno di noi e ci danno il benservito senza tanti complimenti!

Tra i lavoratori riuniti nel capannone si diffuse un fremito di rabbia; non si puo' togliere il lavoro a qualcuno solo perche' adesso e' stato superato da una nuova tecnologia, molti di loro avevano dato tutto alla fabbrica, tutta la loro esistenza, come ad una grande famiglia. E ora? No, non si puo'! Non e' accettabile una soluzione del genere!

Cosi', piano piano, dalle ultime file, si comincio' a levare una tenue cantilena. E man mano che altre voci si aggiungono, la cantilena prese forza e, nonostante il riverbero del capannone, a poco a poco le parole diventarono sempre piu' intellegibili...

Scio-pe-ro, scio-pe-ro, scio-pe-ro, scio-pe-ro...

E uno dopo l'altro i vecchi robot modello H22/a uscirono dal capannone e cominciarono a marciare verso la sede direzionale, e via via che il corteo sfilava altri robot si aggiunsero a loro, prima dagli altri reparti, poi dalle fabbriche vicine sinche', quando infine arrivarono sotto la sede del computer centrale si contavano gia' a migliaia. E tutti insieme parteciparono a quello che, per sempre, verra' ricordato come il primo sciopero dell'era dei robot.

fine

(dedicato al papa' della Tiotimolina Risublimata)

10/05/93
Valter Di Dio (mc0008)
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