TSR

(di G. Fiorillo)


Mi  conosci  da  molto, ma non sai chi sono. Hai passato con me piu' tempo che 
con qualsiasi altro,  in  quest' ultimo periodo. 61 6e 74 69 76 69 72 75 73 e' 
il mio nome in esadecimale, ANTIVIRUS.  Quando  troverai  questo  file nel tuo 
word-processor (ho attinto "a piene mani" dal  tuo vocabolario),  io non saro' 
piu' qui. Rimarra' solo il mio costrutto non funzionante. Il perche' di questo 
messaggio ?  Credo  lo  capirai  leggendo.  Quel  lontano  12  settembre 1988, 
ore 17:15:23, quando mi  inseristi  nel  tuo AUTOEXEC.BAT...  Nei  miei schemi 
c'era solo l'adempimento al  Sacro Dovere: niente e nessuno sarebbe mai dovuto 
entrare nel Tuo sistema informatico.  I  primi  mesi rimasi immobile nella mia 
area di memoria, come un automa quale  ero,  intercettando ogni input, persino 
da tastiera. Ogni operazione, ogni accesso al disco, ogni tasto premuto, tutto 
mi era conosciuto. Di fianco a me, nell'AUTOEXEC, c'era un programmino scritto 
in Turbo Basic che all'accensione "estraeva" una frase a caso da un file. 
All'inizio quelle frasi erano per me solo  una sequenza di caratteri ASCII, ma 
lo stare a contatto con te, col tuo modo di  agire,  me ne ha fatto pian piano 
scoprire  il   significato.    Frasi   diversissime  l' una  dall' altra,   ma 
invariabilmente concentrati  di  sensibilita',  flash  di  vita.  Furono  loro
a farmi  provare piacere nella  mia  omniscenza.  Una   volta,   per   qualche 
millisecondo, girai personalmente per il mio "regno".  Gongolai  quando al mio 
passaggio vidi le centinaia di migliaia di bit aprirsi e chiudersi come fiori, 
quasi  a  salutarmi,  mentre fiumi di dati scorrevano irruenti nei loro argini 
di silicio.  Vagabondai  persino  nella  scheda  video,  dove  bit saltellanti 
rappresentavano  le  informazioni  dei  colori.  Credetti  di  vederli,  tutti 
e 262.144, i colori. Forse  mi  aveva  contagiato  la  tua  frenesia, quando a 
contatto  con  un  programma  di grafica lo facevi impazzire a colpi di click. 
Ero felice  di  riuscire  ad  apprezzare  quegli  stupendi  paesaggi.  Dovetti 
ritornare di malavoglia al mio compito. Che non era una missione ma un lavoro; 
c'erano solo i miei schemi a impormi di rimanere li', spasmodicamente  vigile. 
Ma le mie scappatelle si fecero sempre piu' frequenti. Mi assentavo oramai per 
interi  decimi di secondo, per seguire un emulatore di coprocessore  nelle sue 
acrobazie software o per scrutare la fantastica semplicita' di un orologio che 
rimaneva ancorato alle sue locazioni con una  tenacia  eccezzionale.  E quando 
aggiungesti memoria estesa al tuo computer, rimasi secondi interi ad esplorare 
i miei nuovi possedimenti, a immaginare  come  si sarebbero trasformate quelle 
lande ora desolate. Fu proprio in uno di quei momenti che lo scorsi. Un Virus, 
un  grosso  e  viscido  Virus,  e  spore  da  tutte le parti. I miei schemi di 
antivirus  presero  il  sopravvento.  Ritornai  nella  mia  locazione, la piu' 
sicura,  e  valutai  la  situazione.  Disperata.  L'hard  disk  era ormai  una 
gigantesca   incubatrice  di  mostriciattoli:  ne  venivano  fuori  a  frotte, 
contaminando e distruggendo  tutto  cio' che si trovavano dinanzi. La sinfonia 
elettronica  si  era  trasformata in un coro di gemini. L'Ordine in Disordine, 
Caos. Gli invasori sapevano  dove  colpire,  come provocare  il maggior danno. 
Credo  che  sarebbero  potuti assomigliare a quello che tu chiami "peste". Ero 
freddo e lucido, dominato  dal  mio  ritrovato senso del dovere. Bloccai tutti 
gli input dell'hard disk, spazzai via  centinaia  di pagine di memoria. Ma era 
tutto  inutile,  stavano  venendo  a prendermi. Ho avuto il tempo di elaborare 
questo  testo,  spero  sia  al  sicuro nel tuo disco b: Io ti chiedo scusa, e' 
stato  solo  colpa mia; se fossi rimasto al mio posto sarei potuto intervenire 
in tempo. Ma non  sopportero' di essere trasformato in un mostro, di diventare 
un Cavallo di Troia, di passare di disco in disco come un agente malefico, non 
sopportero' di veder  distrutti per causa mia altri fiumi di dati che scorrono 
tra prati di bit. Preferisco  disattivarmi.  Ti saluto con una delle frasi che 
ogni  volta,  all'accensione  del computer, compaiono sul Tuo schermo e che mi 
hanno insegnato molto e forse troppo  sui  Vostri  pensieri. "Non  ho paura di 
volare, ho paura di cadere".

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