"Mi lano le mani" disse la pecora

Racconto di bergonzoniana memoria.

Svegliandomi aprii gli occhi e la finestra: la pioggia, fortunatamente, scendeva; infatti, quando saliva, sembrava di sentirsi sputare addosso... Il telefono comincio` a suonare, ma nessuno ando` ad aprirgli. Quando risposi, Mario aveva gia` cambiato la domanda e cio` creo` una confusione cosi` grande che fu messa (l'Arcivescovo era d'accordo) in giardino.

Verso la una (direzione molto strana), decisi di andare a pranzo, ma non lo trovai sulla cartina (mia e di Milano): preso dal rimorso e da una fucilata del vicino, raggiunsi l'ospedale che inseguivo da due ore. Mi fecero una radiografia (anche se preferivano disegnare televisori) e stabilirono l'operazione per le "7 e 10 uguale 17", praticamente un'addizione: mi attaccarono 6 braccia.

Diventato turco (ottomano), ripresi il mio lavoro e la mia auto per recarmi in ufficio: quel giorno la visibilita` non era molto buona, ma la mangiai tutta. Risolto cosi` il problema del pranzo, decisi di consultare l'atlante, come sempre sotto il mappamondo, per trovare una scusa.

All'improvviso e a me venne la stessa idea, ma non ci mettemmo d'accordo: il caos prese il sopravvento e la giacca, lasciando tutto X (un'incognita). Io e la situazione eravamo disperati: senza mettere tempo in mezzo (per non ostruire il passaggio), uscii.

Le strade di Milano erano deserte: passavano solo cammelli, dromedari e un tram... ma l'unica passeggera era la moda.

Il peggio era passato e il regalo era un presente.

Macchia Velenosa

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